Se la Montagna non va a Milano, Milano va alla Montagna.
Giulia Monego – Action in the Alps
Milano è una grande città e, per quanto io non ne sia il più grande amante, sono innumerevoli le occasioni e gli eventi che ogni giorno, in qualche modo, la colorano.
Questo w-end è stata la volta di “Mountain in the City“.
Sono stato lì la prima sera, in Università statale in via Festa del Perdono, dove qualche anno fa mi iscrissi e mi laureai in Scienze Naturali!
Free riders, guide alpine e sciatori estremi presentavano le loro attività, molto simili in alcuni aspetti a quello che cerco recentemente sulla mia Mountain Bike. Filmati spettacolari, mozzafiato che mi han fatto un po’ tornare quella voglia di sciare veloce e di saltare che spinge sempre forte dentro di me e che avevo nei primi anni 90, quando a metà maggio cominciavo ad aspettare la neve dell’inverno successivo…
Però non vi parlo di questo perchè non sono più dell’ambiente dello sci da molto tempo e non me ne intendo più. Posso solo sottolineare la mia ammirazione e invidia per Davide Capozzi e Luca Rolli che hanno ripetuto dopo 28 anni la discesa della “Parete che non c’è”, ovvero la Est dell’Aguille Blanche de Peuterey effettuata per la prima volta da Stefano De Benedetti nel 1986.
Sotto le pareti del M.Bianco ho vissuto per circa quattro anni della mia vita e ne ho sempre subito il timore e il fascino crescendo col mito di chi le percorreva sia in salita che in discesa con gli sci o la tavola…
Sottolineo poi la mia ammirazione per le donne free-rider.
Adoro da sempre le atlete, specialmente quelle un po’ più lanciate. Le ammiro sia fisicamente sia per la loro dedizione e mi ha colpito incrociare e vedere Giulia Monego, poter guardare i video che la ritraggono protagonista e conoscere un poco le sue conquiste…giusto per dirne una: 1° calssificata O’neill Xtreme’06 Verbier CH…
Giulia Monego – intervistata a “Mountain in the City” 16 ottobre 2014 – foto facebook
Quello di cui vi parlerò invece è l’intervento del Professor Smiraglia che già conoscerete di certo.
In collaborazione con RADAR, il trimestrale del CAI Corsico
Settore didattico di Via Celoria 20, aula 100. Corso di Geografia Fisica.
Era il 1995 quando, durante il secondo semestre del mio primo anno di “Scienze Naturali” all’università di Milano, si presentò il professor Claudio Smiraglia a tenere la prima lezione e poi tutte le successive.
Assolutamente ignaro di cosa mi aspettasse, alla fine delle due ore ero uno degli studenti più felici di Milano e dintorni.
Avevo capito che avrei dovuto studiare i Ghiacciai all’università!
morena destra della PEG (Piccola Età Glaciale) ghiacciaio dei forni 1996
E per uno come me, cresciuto sotto i ghiacciai del Monte Bianco per tre mesi all’anno fino alla mia adolescenza e che contava il tempo dell’estate con il numero di crolli di seracchi del Ghiacciaio della Brenva come fossero il ticchettio di uno strano orologio, potete immaginare cosa potesse significare…
Durante e dopo il corso il Professor Smiraglia diventò un modello per molti studenti me compreso e con un gruppetto ristretto di amici lo seguimmo finché potemmo nelle uscite didattiche sul Ghiacciaio dei Forni.
ricordi universitari del 1996
A distanza di parecchi anni dalla mia Laurea, nonostante mi sia poi occupato soprattutto di sassi e animali morti e fossilizzati, non si è mai spenta l’ammirazione nei suoi confronti e la passione per i ghiacciai.
Chiacchierando col guest blogger Davide Bertè sui piani futuri per scienzafacile.it ho anche espresso il desiderio di intervistare il professore.
Così, un pomeriggio, sono andato a trovarlo nel suo ufficio chiedendogli un appuntamento per un’intervista a nome del sito internet e di RADAR (il trimestrale del CAI di Corsico col quale collaboro da quest’anno) e la risposta è stata:”Quando vuoi!”.
Entusiasta, ho subito avvisato i redattori di Radar e mi sono organizzato per l’intervista.
Così, martedì 11 febbraio 2014 ho avuto l’onore di intervistare il professor Smiraglia per scienzafacile.it e per il trimestrale del CAI di Corsico.
Abbiamo cominciato parlando delle abbondanti nevicate degli ultimi tempi e con la domanda che ci facciamo più o meno tutti noi amanti delle vie di ghiaccio sperando che la risposta sia:”Sì”, ovvero:”A causa di tutta la neve che sta cadendo quest’inverno, avanzeranno i ghiacciai Alpini? Torneranno percorribili certe vie di ghiaccio che stanno scomparendo e che diventano sempre meno sicure?”
La risposta non è un “Sì” ma è molto più articolata e interessante…
Ecco qui sotto la prima parte dell’intervista…
Dopo i ghiacciai alpini abbiamo considerato i ghiacciai presenti in altre parti del mondo, fino a quelli dell’equatore sul Monte Kenya al quale il professore è particolarmente affezionato in quanto proprio sul Monte kenya condusse la sua prima missione extraeuropea che univa l’alpinismo (con la via normale di IV e i suoi speroni bellissimi che ricordano i pilastri del Monte Bianco…) e lo studio dei ghiacciai.
E’ affascinante ascoltare il professore mentre racconta.
Parla dei suoi maestri che intuirono all’inizio degli anni 60 che qualcosa nei ghiacciai alpini stava cambiando e poco dopo infatti (dal 1965 all’85) cominciarono ad avanzare, gonfiandosi, portando le fronti più a valle e formando nuove morene.
Il regresso attuale invece, unito all’assottigliamento dello spessore dei ghiacciai, intristisce un poco ma, trascurando l’aspetto romantico e alpinistico, Claudio Smiraglia sottolinea come per gli studenti e gli appassionati questa possa essere anche una fortuna.
Il ritiro attuale dei ghiacciai infatti ci permette di vedere e comprendere meglio, seppur in un’altra scala, tutto quell’insieme di fenomeni che caratterizzarono il passaggio da Pleistocene ad Olocene, poco più di diecimila anni fa, quando i ghiacciai che arrivavano quasi fino a Milano si ritirarono, fondendo e lasciando tutta una serie di evidenti tracce presenti ancora oggi tra cui ad esempio le colline della Brianza.
I Glaciologi come il professor Smiraglia sono stati molto fortunati a poter osservare tutti questi fenomeni concentrati in poco più di una cinquantina di anni…
Hanno osservato anche il cambiamento nello studio dei Ghiacciai, cominciando a farlo “coi piedi” e finendo per utilizzare il computer per visionare il ghiacciaio, via satellite o con foto aeree, ancor prima di salirci…
Abbiamo toccato parecchi altri argomenti e non abbiamo trascurato l’aspetto divulgativo e della valorizzazione dei ghiacciai.
E la seconda parte:
Da sempre, il professore e il suo staff si impegnano da questo punto di vista per far conoscere il loro lavoro al pubblico e per far conoscere i ghiacciai e le aree circostanti a sempre più persone non solo dal punto di vista alpinistico/escursionistico ma anche culturale.
Con un’oretta di intervista abbiamo avuto una panoramica delle mille attività del professor Smiraglia e del suo staff, abbiamo parlato dei ghiacciai delle Alpi, di tutto il mondo, abbiamo parlato di internet, di computer, di pixel, di GIS (Geographic Information Systems), di fisica, di satelliti artificiali e delle nuove tecniche di remote sensing (ovvero di controllo a distanza)…
Non dimentichiamoci però, come dice il professor Claudio Smiraglia:”Sul ghiacciaio bisogna andare a metterci i piedi, l’anima e il cuore!”
Grazie mille professore e a presto! …magari in montagna!
Presto online, i links ai siti accennati nell’intervista…
A 12 anni dalla laurea eccomi, per svariate ragioni, di nuovo alle prese con i meandri della REGINA delle MATERIE SCIENTIFICHE.
Sapete qual’è vero?
E’ LA FISICA.
Tutto ciò che facciamo e ci circonda è fisica applicata a noi e al nostro pianeta.
Un piccolo salto scendendo dal monte Generoso – Estate 2013 – Questa è fisica allo stato puro!
Sto studiando (In realtà sto ripassando! Fortunatamente per me non ho mai avuto grossi problemi con questa materia salvo nei livelli più avanzati).
E’ un po’ che non mi applico e sono un po’ arrugginito! Ho ancora qualche bel libro (quello delle scuole superiori lo utilizzai per studiare fisica all’università).
Un bravo prof che spieghi bene e si faccia capire però è tutta un’altra cosa.
ERIK VIOTTI non lo conosco di persona ma solo dal suo sito internet. E’ un ciclista iperattivo in molti altri campi…mi ricorda qualcuno…
Siamo stati linkati insieme a nostra insaputa sul bellissimo “BICIGIRI.IT” e da allora vado spesso su questo sito per osservare i progressi dei vari ciclisti e “non solo ciclisti” linkati.
Erik è un professore di FISICA e, leggendo il suo “La fisica in tasca” ho notato che per certi aspetti è molto simile ai miei manuali, allora lo evidenzio con piacere nei links di scienzafacile.it.