L’estinzione dei Dinosauri e le estinzioni di massa. Altro che Smallville!

Anche oggi, al museo di Storia Naturale di Milano ho dovuto parlare dell’estinzione dei Dinosauri…
E il discorso comincia sempre allo stesso modo:”In quella grande estinzione, non si sono mica estinti solo i dinosauri, ma un numero enorme di specie appartenenti a innumerevoli famiglie di organismi…”.
Grazie alla documentazione fossile, assistiamo infatti a quella che viene chiamata un’Estinzione di Massa.

Stefano Rossignoli 16 febbraio 2010

Anche oggi, al museo di Storia Naturale di Milano ho dovuto parlare dell’estinzione dei Dinosauri…
E il discorso comincia sempre allo stesso modo:”In quella grande estinzione, non si sono mica estinti solo i dinosauri, ma un numero enorme di specie appartenenti a innumerevoli famiglie di organismi…”.
Grazie alla documentazione fossile, assistiamo infatti a quella che viene chiamata un’Estinzione di Massa.

Stan al museo di Storia Naturale di Milano

Più precisamente, l’estinzione che ha riguardato anche i dinosauri, è avvenuta circa 65 milioni di anni fa, alla fine del periodo Cretaceo (l’ultimo dell’era secondaria o mesozoica) e all’inizio dell’era terziaria o cenozoica (Vedi scala dei tempi geologici).
Dagli addetti ai lavori viene chiamata estinzione al limite K/T dove K sta per cretaceo e T per terziaria.

Ma cosa può aver provocato tale estinzione e con che ritmi è avvenuta? Qual’è stata la successione degli eventi?

Queste sono le domande che viene spontaneo porsi, ma come ben sapete, la documentazione fossile è un libro aperto sul passato a cui però mancano ancora moltissime pagine…

Innanzi tutto chi si è estinto al limite K/T?
Moltissime famiglie, ancor più generi e miriadi di specie animali e vegetali, terrestri e acquatiche e di sicuro non le conosciamo neanche tutte. Molluschi marini tra cui le Ammoniti, rettili volanti, rettili marini, coralli, organismi unicellulari…
I dinosauri sono ‘solo’ uno dei tanti gruppi di organismi che hanno subito questo evento.

In quanto tempo è avvenuta questa estinzione?
Un anno? Cento anni? Mille anni? Diecimila anni?
Vi sembrerà strano, ma come raccontavo in questo vecchio articolo(Un istante …Sì, ma in paleontologia), dire 1 o 10.000 è più o meno come dire la stessa cosa. Non siamo in grado di percepire le differenze di tempo con molta sensibilità. A volte ci si deve accontentare di andare di centomila, in centomila o addirittura di più. Vi sembrerà tantissimo, ma in confronto a decine di milioni di anni, non è poi così tanto!

Figuratevi se poi andiamo a parlare della più grande estinzione di sempre che è datata al limite Permiano/Triassico, circa 250 milioni di anni fa. La nostra capacità di percepire la successione degli eventi è letteralmente ridicola…

Per ora, le cause certe di queste due estinzioni non le conosciamo ancora ma conosciamo con buona certezza alcuni episodi che sono avvenuti all’epoca delle suddette estinzioni di massa.

Ad esempio in entrambi i casi, ci sono stati enormi impatti meteorici studiati, provati e documentati sia nel K/T che nel Permo/Trias.
Di sicuro è stata liberata una grossa quantità di energia… Pensate al botto che potrebbe fare la caduta di un meteorite di 10km di diametro o più.
…altro che Smallville e Superman!!!
Questo però non ci spiega come mai alcuni gruppi si siano estinti mentre altri gruppi del tutto analoghi abbiano continuato a vivere indisturbati.

Sappiamo anche che il clima è cambiato in entrambi i casi. Non sto parlando certo di glaciazioni. E’ una diceria che i Dinosauri si siano estinti a causa di un’era glaciale!!! Di sicuro però, a causa dei cambiamenti della posizione dei continenti, è cambiata la circolazione delle acque oceaniche e di conseguenza anche il clima che nell’era mesozoica è stato globalmente più caldo…

Ci sono documentazioni di eruzioni vulcaniche di enorme entità in corrispondenza delle estinzioni di massa.

Sia durante l’impatto di meteoriti che in conseguenza ad enormi eruzioni vulcaniche si può depositare una abbondante quantità di iridio, Il 77° elemento della tavola periodica.
Mi pare comunque inutile e assurdo cercare di spiegare la successione degli eventi.
Potrebbe essere caduto un meteorite e 50.000 anni dopo le eruzioni vulcaniche o viceversa, ma anche insieme o a maggior distanza temporale!

Mi sembra importante sottolineare quindi l’impossibilità di ricostruire la successione precisa degli eventi e poi soprattutto sottolineare che chiamare l’estinzione K/T ‘estinzione dei Dinosauri’ è un modo che fa scena, ma non fa scienza!
Di sicuro aumenta i contatti ad un sito e anche al mio! Figuratevi che io in questo articolo ci ho messo pure Smallville e Superman!!!

Detto questo bisogna riconoscere il fascino di questa teoria:

65 milioni di anni fa…
I Dinosauri dominano la terra ferma, i rettili occupano mari e cieli…probabilmente c’è stato il tempo per vederlo quel meteorite e per vederlo mentre si incendiava ed era già enorme visto da lontano. Figuriamoci da vicino! …no, non ci prenderà, non ci prenderà e invece…
Terremoto, qualcosa di mai sentito prima, Tzunami violentissimi e poi… I sopravvissuti al grande impatto vedono man mano oscurarsi il sole nel giro di settimane, mesi ed è sempre peggio.
Le piante non sono più in grado di fare la fotosintesi. Prima i vegetariani e poi di conseguenza anche i carnivori non riescono ad alimentarsi a sufficienza e a garantire cibo alla prole… E’ un inverno lunghissimo, almeno qualche anno senza che il sole passi attraverso la grande nube di ceneri vulcaniche sospesa nell’atmosfera…
Che bella storiella …appunto!

La PEG …o Piccola Età Glaciale

Prima di tutto devo chiarire che un’era glaciale o glaciazione (quando si parla con me…) è un periodo di tempo e non un film!!!
In secondo luogo, anche se a molti sembrerà strano, durante una glaciazione le temperature non sono così basse come ci si aspetterebbe. C’è l’estate, l’autunno, l’inverno e la primavera, il tutto un po’ più fresco di adesso!
Nelle glaciazioni quaternarie (vedi scala dei tempi geologici) le temperature medie sono state più basse al massimo di circa 7 °C rispetto alle attuali. Ma delle grandi glaciazioni quaternarie parleremo in seguito.

Per capire al meglio queste grandi glaciazioni, cominciamo a trattare con qualcosa di simile e soprattutto di visibile e documentato, appunto la ‘Piccola Età Glaciale’ detta ‘PEG’ dagli addetti ai lavori.

Stefano Rossignoli 5 febbraio 2010

Se vuoi, prima leggi ‘Che cosa è un ghiacciaio’

Qui parliamo anche di storia, non solo di scienze.
Parliamo di qualcosa avvenuto tra il 1550 e il 1850, Quindi relativamente poco tempo fa!
Ma cosa è avvenuto di così straordinario da meritarsi questo nome?

Prima di tutto devo chiarire che un’era glaciale o glaciazione (quando si parla con me…) è un periodo di tempo e non un film!!!
In secondo luogo, anche se a molti sembrerà strano, durante una glaciazione le temperature non sono così basse come ci si aspetterebbe. C’è l’estate, l’autunno, l’inverno e la primavera, il tutto un po’ più fresco di adesso!
Nelle glaciazioni quaternarie (vedi scala dei tempi geologici) le temperature medie sono state più basse al massimo di circa 7 °C rispetto alle attuali. Ma delle grandi glaciazioni quaternarie parleremo in seguito.

Per capire al meglio queste grandi glaciazioni, cominciamo a trattare con qualcosa di simile e soprattutto di visibile e documentato, appunto la ‘Piccola Età Glaciale’ detta ‘PEG’ dagli addetti ai lavori.

Se prendete una qualsiasi immagine di un ghiacciaio alpino che abbia ancora una lingua, o meglio andate ad osservarlo dal vero, vi renderete conto che ai lati della lingua ci sono delle montagne di detriti allungate nella direzione della lingua stessa.
Queste sono le morene di sponda formate dal ghiacciaio mentre stava avanzando.
Si nota quasi sempre come sia piccolo il ghiacciaio, là in fondo, dentro questi altissimi ‘muri’ laterali.

In rosso le morene di sponda, in blu il ghiacciaio attuale

Le morene di sponda si formano perchè il ghiacciaio in espansione è gonfio e spinge i detriti lateralmente e in più questi scivolano anche dal centro della lingua verso l’esterno (vedi figura)

schema

Si deduce automaticamente quanto doveva essere più grande il ghiacciaio nel momento in cui ha costruito quelle morene…

Beh, in questo caso però non dobbiamo fare deduzioni o ipotesi. Alla fine del 1800 esisteva già la fotografia e abbiamo le immagini di tantissimi ghiacciai che sono ancora estremamente vicini alle loro enormi morene di sponda.
E ci sono un sacco di documenti di paeselli, alpeggi e pascoli che erano stati invasi, cancellati o minacciati dall’avanzata dei ghiacciai.
Addirittura si scrivevano lettere al Papa per invocare Dio affinchè interrompesse l’espansione dei ghiacciai…

Le immagini parlano chiaro…
Se invece di spulciare tra le mie fotografie si guardassero quelle degli archivi del Comitato Glaciologico Italiano, o ad esempio del Servizio Glaciologico Lombardo (online) si potrebbero notare i passi indietro e i passi avanti fatti dai ghiacciai alpini negli ultimi anni…

Ad esempio, nel 1850 i ghiacciai ricominciarono a ritirarsi. Nel 1961 circa però assistiamo ad una nuova avanzata, una ‘piccola’ avanzata durata fino al 1985.
Questa è chiamata di solito ‘pulsazione’… E’ durata troppo poco per meritarsi il nome di Età Glaciale!
Ecco un esempio di piccola morena costruita in questa pulsazione dal ghiacciaio di Lavassey (Val di Rhemes – Aosta):

Piccola morena di sponda evidenziata in rosso e fotografata dalla morena formatasi durante PEG

Dal 1986 in poi, i ghiacciai hanno ricominciato ad indietreggiare fino alla situazione che conosciamo bene oggi.

Queste avanzate e ritirate glaciali, dipendono ovviamente dalla temperatura media, soprattutto di quella estiva.
La cosa incredibile è che per avere la piccola età glaciale è bastato un abbassamento delle temperature medie di circa 1°C rispetto all’attuale, che a pensarci bene è pochissimo.
Vuole dire che in un giorno di estate, dalle nostre parti, invece di 30°C, in quel periodo ce n’erano all’incirca 29!!! Una variazione irrisoria, ma sufficiente perchè in inverno si accumulasse più neve sui monti e in estate se ne sciogliesse di meno, in modo da ‘caricare’ maggiormente i bacini di accumulo dei ghiacciai che poi hanno risposto con una certa inerzia avanzando…

Anche nell’ultima pulsazione glaciale si sono formate delle morene di sponda e delle morene frontali (vedi foto qui sopra). Queste sono di minori dimensioni rispetto a quelle della PEG ed essendo soggette all’erosione, si stanno cancellando velocemente. In alcuni casi sono già obliterate.
I processi erosivi, vicino al ghiacciaio sono molto attivi e modificano continuamente la forma del rilievo. Di certo l’ambiente periglaciale è uno tra gli ambienti naturali più attivi e dinamici che si conoscano…

Andiamo a vedere un Ghiacciaio

Per curiosità aggiungo la fotografia di una morena frontale lasciata in un breve momento di stasi durante il generale ritiro del ghiacciaio.

Antica (ma non troppo) morena frontale (Rhemes Notre Dame - AO)

Bibliografia:

‘Guida ai Ghiacciai e alla Glaciologia’  di Claudio Smiraglia

…nonchè un corso di laurea in Scienze Naturali (annessi e connessi) e  numerose osservazioni!!!

Le stromatoliti sono fossili?

Le stromatoliti sono delle rocce sedimentarie.
Sono formate dal continuo accumulo di sedimenti fini trattenuti dai filamenti dei cianobatteri (chiamati anche alghe azzurre).
I cianobatteri sono organismi unicellulari e fotosintetici in grado di unirsi in colonie.
Alcune di queste colonie costituiscono dei filamenti (o tricomi) che possono crescere fissi al substrato mediante un’estremità.
I tricomi crescono vicini tra loro sul fondale di mari caldi e bassi, quindi luminosi (la luce è necessaria per la fotosintesi). Attualmente ad esempio le stromatoliti si formano in Australia occidentale, famose sono quelle di Shark Bay.
Il fango calcareo viene intrappolato dai filamenti formando un piccolo strato su cui crescono altri filamenti che intrappolano altri sedimenti.
Una volta litificati, questi strati diventano rocce a tutti gli effetti.
Nelle stromatoliti del passato non sono riconoscibili i cianobatteri, quindi non possono essere considerate fossili.

Stefano Rossignoli 17 gennaio 2010

No!
Le stromatoliti sono delle rocce sedimentarie.
Sono formate dal continuo accumulo di sedimenti fini trattenuti dai filamenti dei cianobatteri (chiamati anche alghe azzurre).
I cianobatteri sono organismi unicellulari e fotosintetici in grado di unirsi in colonie.
Alcune di queste colonie costituiscono dei filamenti (o tricomi) che possono crescere fissi al substrato mediante un’estremità.
I tricomi crescono vicini tra loro sul fondale di mari caldi e bassi, quindi luminosi (la luce è necessaria per la fotosintesi). Attualmente ad esempio le stromatoliti si formano in Australia occidentale, famose sono quelle di Shark Bay.
Il fango calcareo viene intrappolato dai filamenti formando un piccolo strato su cui crescono altri filamenti che intrappolano altri sedimenti.
Una volta litificati, questi strati diventano rocce a tutti gli effetti.
Nelle stromatoliti del passato non sono riconoscibili i cianobatteri, quindi non possono essere considerate fossili.
Nel caso si riconoscesse qualche cianobatterio (cosa che è già capitata), potremo parlare di cianobatteri fossili, all’interno di rocce chiamate stromatoliti.
Resta il fatto che queste rocce sono la prova più antica dell’esistenza di esseri viventi (cianobatteri appunto) sul nostro pianeta, risalendo anche a circa tre miliardi e mezzo di anni fa…

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