Andiamo a vedere la Stella Marina del Grignone

La stella marina del Grignone
La stella marina del Grignone

Leggi anche: La Stella Marina del Grignone …sempre su scienzafacile.it

A Barzio è cominciata la Sagra delle Sagre e sarà di nuovo possibile andare ad osservare i vertebrati fossili delle Grigne e alcuni calchi di fossili trovati durante gli scavi dell’università di Milano.
L’estate della Valsassina e del Lecchese propone anche alcune interessanti serate scientifico-divulgative ed un’escursione tenute dal Professor Andrea Tintori, Paleontologo del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano. (dettagli in fondo all’articolo)
Lo scavo, la preparazione, lo studio di questi fossili e la realizzazione dei calchi ha richiesto diversi anni di lavoro sia sul campo, sia in laboratorio e molto sarà ancora da fare.
Eccomi quindi di ritorno in Università per realizzare alcuni nuovi calchi di fossili.
In realtà, ho solo dovuto pitturarli per renderli simili agli originali. La tecnologia utilizzata per questi calchi è infatti quella della scansione e della stampa 3D.
In Italia è diventato illegale realizzare le matrici (ovvero gli stampi) dei fossili in silicone per la colata successiva di resina o gesso.
Non ho molta esperienza di scansione e stampa 3D.
Da quello che ho visto fino ad ora però la qualità dei calchi che mi sono arrivati è piuttosto scarsa e il costo decisamente elevato.
Ho analizzato nel dettaglio l’originale della stella marina del Grignone e il suo calco, più che una copia di un fossile, sembra un quadro impressionista.

originale vs calco prima della colorazione
originale vs calco prima della colorazione

Da un metro di distanza sembra uguale all’originale, anche perchè come sempre l’ho dipinta con molta cura dei dettagli, ma da 50 cm sembra una carta geografica con le isoipse (le curve di livello) all’incirca ogni 0.1mm che danno solo l’idea di un rilievo a forma di stella (si vedono molto bene le caratteristiche della stampa in alto a sinistra nella foto di apertura).
Le spine e i limiti tra le varie piastre dello scheletro non si vedono minimamente…
Questo è un dettaglio insufficiente e inutilizzabile per qualsiasi fine di studio o esposizione di una certa qualità.
Anche pitturare la roccia è stato molto difficile perchè non ne viene riproposta la granulosiutà e non si possono dipingere i rilievi con la tecnica del pennello asciutto che ho sempre utilizzato per pitturare i calchi.
Non parliamo di quanto sarebbe inutile fare calchi di pesci con ornamentazione sulle ossa e sulle scaglie, finissimi raggi di pinne, ecc.

calchi di pesci fossili
calchi di pesci fossili

Scienzafacile è un sito propositivo, non disfattista, quindi ecco la mia proposta per risolvere la questione.
Non può essere la Sopraintendenza ai beni Archeologici ad occuparsi di paleontologia e a dettare le leggi a riguardo.
Per quanto mi riguarda sono i PALEONTOLOGI che dovrebbero dettare le leggi riguardanti i fossili e la Sopraintendenza dovrebbe solamente farle rispettare.

Ctenognatychthis
Ctenognatychthis

Comunque sia, i fossili del Grignone vi aspettano.
Non sono stati cercati per poi essere messi in cantina. Al contrario i lavori e lo studio su questi esseri viventi del passato sono  attivi ed è possibile seguire il tutto pubblicamente, ai piedi delle montagne da cui provengono i reperti.
Buone vacanze da scienzafacile.it

…e fatevi un bel giro in Valsassina!

Ste e la stella colorata!!!
Ste e la stella colorata!!!

Il programma delle serate:

Lunedì 12 Agosto h 20:30 a Esino Lario, edificio Asilo.

Mercoledì 14  Agosto h 20:30 a Barzio, sala civica.

http://www.valsassinanews.com/index.php?page=articolo&id=13910

Escursione guidata agli Scudi del Grignone:

Ritrovo sabato 17 agosto h 9:00 al laghetto dell’Alpe Coa.

Prenotazione obbligatoria per salita in Auto e assicurazione, presso la sede della Comunità montana “Valsassina, Valvarrone Val d’Esino e Rivera”.

Ecologia. Rapporti tra Alpinismo e ambiente…

Stefano Rossignoli 23 maggio 2012

miniatura poster
miniatura poster

L’ecologia è una scienza che si occupa di studiare i rapporti tra esseri viventi e ambiente circostante, in cui l’ambiente è rappresentato sia dalla componente abiotica (ovvero senza vita), sia dagli altri esseri viventi, l’insieme dei quali forma un ecosistema più o meno complesso.

 

Dopo questa breve e stringatissima definizione di “Ecologia” mi occupo ora di riassumere cinque mesi di riflessioni personali su quali siano le interazioni tra ALPINISTI e AMBIENTE.

Il motivo che mi ha spinto a raccogliere informazioni su questo argomento è la recente lezione (durata 12 minuti ma intensa!) che ho tenuto per gli allievi della Scuola di Alpinismo del CAI Corsico qualche sera fa, sommata ad un crescente entusiasmo nello studio personale delle interazioni tra esseri umani, delle induzioni/manipolazioni ad ampio spettro sull’uomo e delle interazioni uomo-ambiente.

Ho riassunto parte delle interazioni in un grande poster composto in 4 ore di disegno compulsivo e decisamente troppo incompleto e schematico… (la lezione si teneva in Palestra, all’incrocio tra Via Dante e Via Parini come nel disegno)

Il poster, scaricabile gratuitamente in HD (vedi in fondo all’articolo!), si può leggere in diverse direzioni ma ora partiamo da sinistra verso destra…

Grignetta
Grignetta

La montagna rappresentata schematicamente in figura è la Grignetta, la montagna dei Lecchesi e dei Milanesi ma che gode anche di fama internazionale per la sua storia alpinistica, per la sua importanza geologica e per la sua bellezza…

E’ facile notare nel disegno vari sentieri che portano ai rifugi e ai bivacchi, vie chiodate (a volte anche a spit o fittoni di acciaio inox incollati con resine ai buchi fatti in parete col trapano!), sentieri attrezzati con catene e scalette cementate alla roccia.

Qualche fiore è scontento per il passaggio degli alpinisti, degli elicotteri che riforniscono i rifugi e ogni tanto soccorrono qualcuno. Il pesce nella pozza d’acqua è in crisi perchè l’acqua che arriva dalla montagna è carica di sostanze “importate” dai frequentatori, c’è un po’ di spazzatura e le grotte presso i rifugi, utilizzate in passato come discarica, convogliano ancora acqua sporca nei torrenti…

Qualcuno gioisce di questo oltre agli alpinisti: ad esempio il classico stormo di Gracchi delle Grigne che decidono di volta in volta dove fare un buon pasto a base di avanzi e rifiuti, ecc, ecc

Bene! Vogliamo fermarci qui?

Ma questa non è mica ecologia!!!

I rapporti elencati qui sopra corrispondono grossomodo a quelli di un Alpinista che abita sulla Grigna, arrampica nudo, senza attrezzatura personale e mangia quello che trova!!!

Sarà, ma io che sono un montanaro e anche un corridore, un ciclista e uno scalatore di modesta fattura, di alpinisti così non ne ho mai visti!!!

Almeno vanno in giro vestiti e difficilmente si accontentano di capi di abbigliamento fatti di pelle di camoscio o di orso, sia perchè l’alpinista vuole un capo di abbigliamento alla moda, comodo, caldo o fresco a seconda del clima (il che presuppone una rete di trasporti di materie prime, industrie di lavorazione, colorazione, studio, ricerca, sperimentazione, una rete di vendita, ecc, ecc…che forse non ci si pensava, eh?) ma anche perché vestendosi di pelle di camoscio finirebbero tutti i camosci del mondo in un giorno solo e non basterebbero nemmeno…

Aprendo un po’ di più il poster, si nota il parcheggio dei Piani Resinelli che ospita ogni giorno con picchi estivi e nei week end decine di automobili.

parcheggio!
parcheggio!

Già! Molto spesso gli Alpinisti sono prima di tutto Automobilisti …che poi sfruttano il lavoro di altri automobilisti, anche solo per comprare il pane ai Piani Resinelli! Infatti deve almeno arrivar su la farina dai campi della Pianura Padana per essere trasformata in pane… Figuriamoci per comprare una bottiglietta di plastica piena di integratori di sali minerali….

Di solito si pensa allo smaltimento come un problema, ma il primo problema è la produzione, poi c’è la distribuzione, poi l’utilizzo e infine lo smaltimento. Il tutto dà lavoro ma interagisce enormemente con il nostro pianeta…

ESPERIENZA:

Ho chiesto agli allievi quale fosse l’impatto dell’utilizzo dell’auto sull’ambiente e ovviamente mi hanno risposto:”l’inquinamento!”.

E’ vero, anche l’inquinamento ma sono ormai del parere che questo sia un granello di sabbia rispetto al vero impatto dell’auto sull’ambiente! …mi spiego

Un’automobile va studiata e prodotta e poi venduta. Nella produzione vanno inseriti i vari iter di rifornimento di materie prime e lavorazione delle stesse come vari tipi di metalli (per cui servono cave e miniere), plastiche per cui serve petrolio (lo stesso che serve per le bottigliette, per i vestiti e per i materiali da arrampicata…) …per non parlare della produzione delle auto elettriche/ibride con le loro quintalate di batterie ricaricabili…

Una volta che una macchina esiste, bisogna darle la possibilità di andare in giro. Essendo molte, le auto devono anche poter andare in giro in modo ordinato, quindi su una rete autostradale di una certa importanza. Le strade vanno costruite, mantenute e amministrate(ovviamente non elenco le fasi e le risorse che rientrano nella lavorazione di strade, ponti, massicciate, gallerie, caselli…). Una volta realizzato un progetto, la sola bozza della strada fatta con motoseghe, ruspe, buldozer, fondamenta, separano irrimediabilmente e per quasi ogni forma di vita non umana l’ambiente che sta da un lato rispetto a quello che sta dall’altro… Spesso vengono separate le zone di riproduzione di una specie da quelle di vita, oppure viene spezzettato, frammentato e diviso l’home-range (il territorio) di una specie che ha bisogno di un areale molto ampio. Semplicemente possono mancare le interazioni tra individui della stessa specie oppure di specie diverse, oppure vengono sbarrate le zone con risorse alimentari e idriche… Il tutto con una strada, una ferrovia, figuriamoci con una rete di comunicazioni…

Subito in Valsassina e nelle vicinanze del Lago ci sono cave, vecchie miniere (vedi sopra). Da qui vengono o venivano estratte le risorse per le costruzioni in cemento (i rifugi ad esempio, le funivie che si usano spesso per gli avvicinamenti) ma anche per i materiali metallici che si utilizzano comunemente in arrampicata su roccia e ghiaccio come chiodi, dadi, friends, moschettoni, picozze, ramponi, viti da ghiaccio, ecc…

L’estrazione dei metalli ,le cui interazioni (nonché l’impatto) sono estremamente complesse, oggi viene svolta soprattutto all’estero in paesi che danno “meno problemi”…

rete autostradale e trasporti
rete autostradale e trasporti

Il materiale da arrampicata, normalmente viene studiato, prodotto e poi acquistato in molte città Italiane nelle quali vengono costruite anche palestre artificiali in cui gli alpinisti e i climbers, me compreso, si allenano. Il materiale viene distribuito e acquistato anche nel e dal resto del mondo e necessita di una rete adeguata di trasporti…

Per quanto riguarda le corde, gli imbraghi, i cordini, le fettucce, ecc, vale lo stesso per la distribuzione, ma la risorsa principale è il petrolio che già serve per fare e muovere i mezzi di trasporto.

Dal petrolio, attraverso trattamenti fisici e chimici consecutivi (dal trasporto delle petroliere al riscaldamento nelle raffinerie, fino al trattamento in industrie chimiche specializzate), si ricavano le poliammidi (il materiale di cui son fatti la maggior parte degli accessori non metallici da arrampicata).

Sotto la Pianura Padana il petrolio c’è (o c’era) ma non basta di certo. Ormai è dalle grandi piattaforme oceaniche che si succhia l’oro nero. Per questo bisogna istruire geologi, bisogna costruire piattaforme e scavare in modo Leggi tutto “Ecologia. Rapporti tra Alpinismo e ambiente…”

La Stella Marina del Grignone (formazione di Buchenstein)

Stefano Rossignoli 4 febbraio 2012

Ieri sera, al Cinema Teatro di Bellano (LC), Il Prof. Andrea Tintori, ordinario di Paleontologia all’Università degli Studi di Milano, ha tenuto una conferenza sui fossili del Triassico Medio della Grigna Settentrionale.

La STAR (come dice il Professore) dei ritrovamenti è proprio lei: Una meravigliosa Stella Marina fossile, una Stella Marina di 235 milioni di anni fa!!!

…ma facciamo un passo in dietro e ripercorriamo velocemente gli ultimi 30 anni di ricerche illustrati ieri sera…

Tomaz Hitij (Slovenja) e Andrea Tintori scavo degli scudi 2009
Tomaz Hitij (Slovenja) e Andrea Tintori scavo degli scudi 2009

Certo. Ci sono voluti 30 anni perchè quel piccolo scavo, abbarbicato sui vertiginosi pendii del Gruppo delle Grigne desse alla luce il fossile marino per eccellenza, ovvero la Stella!

Una trentina di anni fa, nel 1981, Andrea Tintori durante un’uscita sul terreno in compagnia del suo professore (ancora oggi suo attivissimo punto di riferimento) Maurizio Gaetani stava risalendo Il Grignone da Balisio verso gli Scudi per analizzare tutta la serie di calcari più o meno stratificati che stanno sotto alle grandi pareti del Grignone (Scudo Tremare, ma anche Sasso Cavallo, di Sengg e dei Carbonari…) formate invece da CALCARI MASSICCI della formazione di Esino…

Allora su! Prima il Calcare di Angolo col suo Banco a Brachiopodi, poi il Calcare di Prezzo e via ad attraversare la Formazione di Buchenstein…

tetractinella-trigonella
Tetractinella trigonella dal Banco a Brachiopodi (Triassico medio della Grigna Settentrionale))

Esplorare, per uno scienziato vuole dire anche tastare il terreno e in un corso di Stratigrafia  vuole dire anche conoscere il contenuto fossilifero dei vari livelli. Allora si tira una martellata qua e una là per aprire le rocce vedere se contengono fossili e che fossili contengono. Spesso si portano a ‘casa’ anche frammenti per analisi di laboratorio sui Leggi tutto “La Stella Marina del Grignone (formazione di Buchenstein)”

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